Giusi Parisi, autrice palermitana, insegnante e collaboratrice di varie case editrici, racconta una storia di bullismo in una scuola della periferia di Palermo.
Se è vero che nessuno nasce bullo ma impara ad esserlo, i maestri di tale disciplina hanno facce e ruoli diversi nel contesto della vita di chi apprende. Facce che spesso, ma non sempre, hanno l’espressione della povertà, dell’emarginazione, della frustrazione, della violenza, E i ruoli di maestri vanno cercati e si trovano, nella stretta cerchia delle figure familiari.
Forse si diventa bulli per sopravvivere per non soccombere, forse si diventa bulli per camuffare con la violenza le proprie paure e fragilità, forse si diventa bulli perchè la sopraffazione è l’unica legge che si conosce. Senza voler fare indagini psicologiche che, sicuramente, non ci competono, un bullo è un debole con la corazza di prepotente.
La palermitana Giusi Parisi, insegnante, autrice e collaboratrice di varie case editrici, racconta in Io bullo, edito da Einaudi Ragazzi, la storia di Alessandro, studente tredicenne della periferia palermitana, e lo fa grazie alla sua esperienza di insegnante di frontiera in un contesto di degrado e assenze familiari.
Alessandro simpaticamente bullo, ispira anche simpatia nel contesto del racconto, è carnefice ma nello stesso tempo vittima del luogo in cui vive. Contesto sociale in cui o sei cattivo o soccombi, o ti fai rispettare assumendo la leadership del branco o sei un debole, un cacasotto, uno che chinerà sempre la testa.
L’insegnante Parisi sa però guardare oltre gli atteggiamenti spocchiosi e le prepotenze di un qualsiasi bullo di periferia e, oltre alla rabbia inespressa, alle frustrazioni trasformate in prepotenza nei confronti dei compagni più deboli, sa leggere tra le righe tanta fragilità mascherata.
L’autrice da un finale di redenzione al giovane protagonista, cambiando il suo atteggiamento nei confronti dei compagni, peccato che la realtà a volte è ben più dura.
Il romanzo, adatto a ragazzi dagli 13 anni in su, pubblicato nel 2018, si legge molto scorrevolmente ed è impossibile non aver simpatia per il giovane protagonista.
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