Caro iCrewer sei pronto per fare un viaggio nel tempo?
oggi ti porterò nel 1913
Siamo entrati nel secondo decennio del 1900: il mondo è in evoluzione e sta per subire grandi cambiamenti.
Nei Balcani infuria ancora il conflitto noto come Prima guerra balcanica, contro l’Impero Ottomano, iniziato l’8 ottobre 1912 dal Regno del Montenegro al cui fianco, pochi giorni dopo, scesero in campo anche i regni di Serbia, Bulgaria e Grecia che fondarono la Lega balcanica, estendendo così il conflitto a tutta la parte meridionale del territorio.
Nonostante un primo armistizio fosse stato firmato da entrambi le parti il 3 dicembre del 1912, le trattative per far finire definitivamente la guerra non andarono a buon fine e le ostilità ripresero a febbraio. In due mesi le forze ottomane vennero schiacciate dalla Lega balcanica e il 24 aprile venne stipulato l’armistizio definitivo, firmato ufficialmente il 30 maggio a Londra, nel quale fu sancito che i territori europei dell’Impero ottomano venissero spartiti dalle forze della coalizione.
Purtroppo la spartizione della Macedonia portò dissensi tra gli Stati della Lega che sfociarono in quella che venne definita la seconda guerra balcanica. Fu il Regno di Bulgaria a dare origine al nuovo conflitto non volendo riconoscere l’annessione alla Serbia di parte della Macedonia e il 29 giugno del 1913 attaccò gli ex alleati della Lega Balcanica. Serbia, Montenegro e Grecia dopo un primo attaccò a cui opposero resistenza passarono all’attacco. L’Impero Ottomano vide una possibilità di rivincita e il 20 luglio attaccò la Bulgaria orientale riconquistando Adrianopoli. Anche i Rumeni che volevano la Dobrugia passarono il Danubio e si diressero verso Sofia.
Le trattative per raggiungere un accordo che fosse soddisfacente per tutte le parti coinvolte furono lunghe e particolarmente faticose; il 10 agosto a Bucarest con la firma del trattato di pace, fu dichiarata la fine del conflitto. Furono definiti nuovi confini e nacque lo stato indipendente dell’Albania. Solo la Serbia a cui fu annessa quasi tutta la regione della Macedonia, raddoppiando così la grandezza del suo territorio, fu pienamente soddisfatta dal trattato. La Romania ottenne quasi tutta la Dobrugia, parte della costa bulgara del Mar Nero e la Silastra. Al Montenegro venne annessa una piccola parte dell’Albania settentrionale e Novi Pazar. Alla Grecia vennero annesse l’Isola di Creta, Salonicco, la regione dell’Epiro, Cavale e parte della Macedonia.
L’insoddisfazione, che ancora serpeggiava in alcuni stati delle territorio balcanico, portò nel 1915 al conflitto che conosciamo tutti come Prima Guerra Mondiale in cui, per la prima volta, furono coinvolte tutte le potenze europee, l’America e l’Asia.
Dopo aver arrestato ed esiliato in Turukhansk (Siberia) il rivoluzionario russo Joseph Stalin, in Russia si celebrò il terzo centenario dell’ascesa al trono della famiglia Romanov. Pochi mesi dopo però iniziarono i primi scioperi di massa degli operai che si protrassero per metà dell’anno successivo.
In Sud Africa vengono promulgate le prime leggi di apartheid. Tramite il Native Land Act No. 27 furono disciplinate le vendite dei terreni e fissate le quote riservate alle comunità nell’Unione Sudafricana. Ai nativi, nonostante costituiscano il 67% della popolazione, fu assegnato solo l’8% dei terreni coltivabili, vietandogli di possedere e di acquistare terreni fuori dalla riserva. Questo portò all’espulsione di più di un milione dalle terre che già coltivavano, espropriandoli della loro terra e costringendoli a lavorare nelle piantagioni e nelle miniere europee.
Nasce il Fordismo, ossia la produzione in serie che verrà adottata da tutele compagnie industriali del mondo. In America Henry Ford introduce la catena di montaggio nelle sue fabbriche con il sorprendente risultato di dimezzare i tempi di assemblaggio. Il primo modello ad inaugurare questo nuovo processo produttivo è la Ford Model T.
Questo tipo di produzione cambiò le abitudini della gente e aprì le porte all’era del consumismo. L’economia ne trasse quindi beneficio, ma i lavoratori erano soggetti a forte stress, in fila lungo un nastro trasportatore, ripetendo sempre gli stessi gesti a un ritmo cadenzato. Situazione che venne denunciata dalle organizzazioni sindacali e negli anni successivi da celebri film come Metropolis (1927) di Fritz Lang e Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin.
E in Italia cosa accadde nel 1913?
A gennaio fu fondata a Firenze la rivista letteraria Lacerba da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Il periodico quindicinale si avvalse della collaborazione di Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato aderendo al Futurismo e ricalcando la linea editoriale della rivista letteraria Leonardo dei primi del Novecento. Stampato originariamente in caratteri rosso mattone e successivamente in nero, deve il titolo al poema L’Acerba di Cecco d’Ascoli poeta, insegnante, filosofo, medico, astrologo e astronomo italiano del Trecento che fu condannato al rogo dall’Inquisizione romana, inserendone nella testata un verso: Qui non si canta al modo delle rane.
Tra ottobre e novembre si svolsero le prime elezioni politiche italiane a suffragio universale maschile che diedero il via alla XXIV legislatura del Regno d’Italia. Il suffragio universale maschile fu voluto dall’allora Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti che allargò il diritto di voto a tutti i maschi maggiorenni, anche analfabeti, purché avessero più di trent’anni oppure avessero svolto il servizio militare. Capendo, solo successivamente, che questo nuovo modo di votare avrebbe portato nuova linfa e forza alla sinistra, cercò e trovò l’appoggio dei cattolici con cui accordò un patto informale di alleanza conosciuto come patto Gentiloni.
La letteratura nel 1913
Il Premio Nobel per la letteratura viene assegnato al drammaturgo, scrittore, filosofi e poeta bengalese Rabindranath Tagore nome tradotto in inglese di Rabíndranáth Thákhur, chiamato anche con il titolo di Gurudev. Fu il primo letterato non occidentale a vincere questo premio. L’Università di Calcutta gli conferì, nello stesso anno la laurea ad honorem.
L’opera, che ancora oggi detiene il Guinnes dei Primati come romanzo più lungo al mondo grazie alle sue 3724 pagine che accolgono quasi 10mila caratteri, è considerata uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale in cui l’autore racchiude il suo pensiero. Nonostante sia passato un secolo trovo il tema trattato molto attuale.
La scrittrice statunitense Eleanor Hodgman Porter pubblica il romanzo per bambini Pollyanna del quale verranno scritte versioni teatrali e cinematografiche. Io ricordo ancora la serie animata giapponese che veniva trasmessa in tv quando era bambina.
La valle della Luna di Jack London scritto nel 1913, è uno dei romanzi più politici, e insieme più coinvolgenti, di Jack London. Un lungo viaggio verso la “terra promessa”. Due giovani proletari, Billy e Saxon Roberts, lasciano Oakland alla ricerca di un luogo dove iniziare una nuova vita. Quel luogo è la California settentrionale, Sonoma Valley, per la quale London inventa il nome letterario di “Valle della Luna”.
Ritornano qui i temi cardine del grande scrittore: l’ingiustizia sociale, l’alienazione delle classi proletarie, la necessità di un riscatto che riconcili l’uomo con se stesso e con la natura. Accusato da più parti di avere idee politiche ingenue e confuse – e anche di razzismo e xenofobia verso le razze non anglosassoni – Jack London si conferma in questo straordinario romanzo un appassionato fautore di una società più giusta.
Per oggi il nostro viaggio nel tempo finisce qui. Torna a trovarci per una nuova avventura nella storia del XX secolo.