1908 SOS
L’Italia di re Vittorio Emanuele III e del terzo Governo Giolitti si affaccia ad un nuovo anno e diversi eventi la toccheranno.
Non posso iniziare questo articolo in altro modo. Il 1° luglio 1908 il segnale SOS fu adottato ufficialmente come segnale internazionale di richiesta di soccorso. Sarà un cambio epocale anche se pensiamo alle guerre mondiali che seguirono. Già dalla prima guerra si fa uso degli aerei era stato l’8 agosto il primo volo in pubblico dei fratelli Wright che avevano guardato all’Europa per lanciare le loro macchine volanti.
L’11 marzo 1908 ci lascia Edmondo De Amicis. Nei libri di storia e nei manuali di letteratura italiana viene ricordato come il narratore per eccellenza dell’Italia risorgimentale, altre ad esserne esaltata l’attività di scrittore e pedagogo.
Alle fine di questo anno, esattamente il 27 dicembre nasce il fumetto italiano: in edicola il Corriere dei Piccoli, supplemento settimanale illustrato del Corriere della Sera.
Anche il mondo dello sport regala soddisfazioni alla nostra Nazione. Il 24 luglio viene scritta una pagina storica dell’atletica italiana alle Olimpiadi di Londra da Dorando Pietri. In quella gara tagliò il traguardo sorretto dai giudici di gara che l’avevano soccorso dopo averlo visto barcollare più volte, stremato dalla fatica, esausto e cade più volte.
Sempre in campo sportivo il 28 maggio viene fondata una delle squadre di calcio più longeve; allora, per esprimere un’idea di fratellanza nel mondo, fu chiamata Internazionale.
Ora passiamo all’arte intesa in vari suoi aspetti.
Il 7 marzo a Roma nasce Anna Magnani, espressione massima della romanità. Cominciò dal teatro, con l’avanspettacolo, passando dal 1934 sul grande schermo con parti secondarie e sette anni dopo con il ruolo di protagonista in Teresa Venerdì di Vittorio De Sica. Oltreoceano iniziarono ad apprezzarla con l’interpretazione di Pina nel capolavoro neorealista di Roberto Rossellini, poi Roma città aperta, che le valse il Nastro d’argento e venne premiato alla prima edizione del Festival di Cannes, e con Bellissima del grande Luchino Visconti.
Tra le poche personalità italiane a vedersi dedicata una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame.
Dopo aver scritto Goldfinger – e molto prima che Broccoli e Saltzman, a Hollywood, cominciassero a darsi da fare – Ian Fleming aveva capito che la sua creatura era pronta per il cinema, e aveva lavorato a una sceneggiatura. Lo spunto poteva anche essere preso da un incidente qualsiasi (e infatti, Bond finisce in un rehab per disintossicarsi da fumo e alcol, con una cartella clinica quasi identica a quella del paziente Fleming, ricoverato da poco per problemi analoghi). Il plot poteva ruotare intorno a un pretesto abbastanza semplice – il furto di un bombardiere atomico e delle sue due testate. Ma tutto il resto, il cinema essendo il cinema, andava un po’ irrobustito. Così, al posto della logora Smersh ecco entrare in scena la più strutturata Spectre (dove confluiscono «elementi della sSmersh, della Gestapo, della Mafia e della Triade»): e a compensazione del superlavoro, a 007 non tocca la solita Bond girl, gliene spettano addirittura tre, una più soddisfacente dell’altra. Ma nessuna, inutile dirlo, esplosiva quanto Domino.
Tutti gli anni portano con de gioie e sofferenze, nascite e morti, nuove scoperte e nuovi amori.
Al prossimo articolo caro iCrewer che ti farà ricordare o conoscere altri avvenimenti!