Le ali della libertà di Sue Smethrust, pubblicato dalla Newton Compton Editori il 6 maggio 2021, è un romanzo ispirato ad una storia vera, come recita il sottotitolo presente in copertina e racconta la straordinaria e dolorosa odissea di una famiglia di ebrei/polacchi in fuga dalle persecuzioni razziali dell’ormai tristemente noto periodo hitleriano.
Di romanzi che raccontano quel triste e orribile periodo della storia umana sono piene le librerie e forse anche le biblioteche: ma non saranno mai abbastanza. La memoria è importante, lo è maggiormente in questo nostro tempo in cui si tende a dimenticare e, a volte purtroppo anche a negare la veridicità di quell’orrenda pagina scritta con l’inchiostro delle atrocità nazi-fasciste, sulla pelle e sulla vita di un popolo colpevole soltanto di non appartenere alla razza ariana.
Non è sicuramente un titolo inedito Le ali della libertà: con lo stesso identico titolo troviamo un famoso film del 1994 di Frank Darabont (da cui è stata tratta un’altrettanto famosa serie televisiva), a sua volta tratto da un racconto di Stephen King. Sue Smethrust lo avrà probabilmente scelto perché l’aspirazione alla libertà personale e collettiva è la base essenziale per ogni individuo, nel film che nulla ha in comune con il suo romanzo, come nella storia narrata dalla nostra autrice.
Le ali della libertà di Sue Smethrust, una storia vera
Le ali della libertà contiene una pagina di memoria importante per l’intera umanità e per la storia familiare dell’autrice: è la stessa Sue Smethrust che lo racconta nell’epilogo del romanzo. La protagonista era infatti realissima e facente parte della sua famiglia, era la nonna paterna di suo marito. Dalla sua viva voce la Smethrust ha raccolto le testimonianze di un’odissea dolorosa conclusasi, dopo tantissima sofferenza e perdita di parte della famiglia, con la fine della guerra e del nazismo.
Dicevo sopra che l’argomento non è originale ma lo diventa nel momento in cui è la storia personale, le esperienze soggettive che, se pur inserite in un contesto doloroso oggettivo, cambiano e diventano particolari corredandosi di quel vissuto personale che è esclusivamente soggettivo.
Accade così per Mindla, protagonista di Le ali della libertà di Sue Smethrust: una ragazza piena di sogni e speranze, con una vita tranquilla, un matrimonio pieno d’amore e un bambino da crescere che si vede catapultata in un inferno fatto di fughe, stenti, fame, sporcizia e prigionia.
Colpisce ed incanta nel romanzo la straordinaria capacità di resilienza della protagonista che non si arrende alla disperazione e conserva caparbiamente la speranza di superare quell’inferno senza fine e senza luce. Speranza che non viene disattesa.
A ben definire questo particolare aspetto di Le ali della libertà di Sue Smethrust è Heather Morris, a sua volta autrice di Il tatuatore di Auschwitz che afferma in merito:
Una straordinaria storia di coraggio, speranza e amore…
Al di là della trama che sicuramente appassiona e coinvolge per il contenuto di denuncia, Le ali della libertà è un romanzo molto descrittivo e particolareggiato in certi passaggi più che in altri. La storia raccontata presenta qualche superficialità nel descrivere alcune azioni ed episodi che sono basiliari, mentre abbonda inutilmente nella descrizione di azioni poco importanti dal punto di vista dei contenuti.
Mi spiego meglio: Sue Smethrust, nelle 288 pagine del suo romanzo si sofferma a descrivere diversi aspetti della vita ordinaria dei suoi personaggi ed in alcune pagine quasi disturba la descrizione troppo particolareggiata di episodi banali, quale può essere per fare un esempio, la preparazione di un cibo. Al contrario, altri episodi più importanti ai fini dell’evoluzione di tutto il romanzo, sono trattati in maniera quasi sommaria e sbrigativa.
Gli stessi personaggi di contorno alla protagonista, non vengono bene delineati: Sue Smethrust li presenta, li fa muovere, comparire e scomparire senza approfondirli, lasciando il lettore perplesso e quasi sospeso. O almeno questa è stata la mia impressione: ricordiamoci sempre che una recensione è soltanto un’opinione soggettiva e non una verità incontrovertibile.
A Sue Smethrust, va sicuramente il merito di aver scritto un capitolo di storia familiare dolorosa ma anche denso di coraggio e speranza: una bella eredità da tramandare alle future generazioni, perché la memoria è importante e su di essa si innesta il futuro.
Sue Smethurst
È un’autrice e giornalista australiana pluripremiata che ha lavorato per oltre vent’anni nei media. Attualmente scrive per la rivista The Australian Women’s Weekly. Ha all’attivo otto libri, saliti in delle classifiche di vendita in Australia.