A Nunzio Di Sarno, autore di cui ho già avuto modo di scrivere, piacciono i titoli sintetici ed esotici. Non si spiegherebbe altrimenti la scelta di Wu, per la sua seconda raccolta di poesie. Scherzi e celie a parte, per il nostro autore dopo Mu arriva Wu, pubblicato nel dicembre 2021 da Bertoni Editore e curato da Chigusa Kuraisci.
Il nome del curatore la dice lunga sui titoli che Di Sarno ha scelto finora per le sue raccolte di poesia. Entrambe, sia la precedente Mu che l’ultima arrivata Wu, sono ispirate dalla filosofia orientale e zen che il nostro autore sembra apprezzare e seguire.
Non a caso il prologo di presentazione di Wu, articolato in due parti, è tratto nella prima parte dagli scritti di Zhuang-gi, filosofo cinese vissuto nel IV secolo A. C.; nella seconda parte, fedele al suo pensiero, Nunzio Di Sarno riporta un breve passaggio tratto dal capitolo XI del Tao Te Ching, un testo di ispirazione taoista attribuito a Lao Tzu, Vecchio Maestro che pare sia addirittura contemporaneo di Confucio.
Le frequentazioni con la filosofia orientale influenzano notevolmente lo stile poetico di Nunzio Di Sarno: si è già visto in Mu, si continua a vedere e si conferma in Wu.
All’inizio era il nulla, il nulla non aveva nome. Di là di produsse l’uno; l’uno fu senza che avesse una forma materiale. Ne nacquero gli esseri è ciò che venne chiamata la sua virtù… […] Chi perfeziona la propria natura ritorna alla virtù originale. Chi raggiunge la propria virtù primitiva si identifica con l’origine dell’universo e, attraverso quella, con il Vuoto. Il Vuoto è grandezza… […]
Wu di Nunzio Di Sarno: un titolo identificabile con il vuoto, il non-essere, il nulla, il nessuno.
Con la concezione di fondo del non-essere, del vuoto, del nulla, del nessuno, Nunzio Di Sarno costruisce i suoi brevi brani poetici che possono richiamare alla memoria gli haiku ma che di fatto haiku non sono perchè non ne hanno le caratteristiche di base.
Componimenti brevi, immagini come istantanee, pensieri che fissano l’attimo e lo traducono in parole, elementi apparentemente fugaci che inducono alla riflessione profonda: questi gli elementi essenziali della prima sezione di Wu che presenta un titolo dal sapore di un ossimoro: L’inizio è la fine.
In brevi istantanee poetiche Nunzio Di Sarno mette il lettore davanti ad immagini dal retrogusto a volte acre, a volte contemplativo, altre riflessivo, altre ancora interrogativo ma sempre realistico. Di quel realismo che possiede chi tende ad osservare la vita che lo circonda in tutti i suoi aspetti.
La seconda sezione di Wu, Mulinelli atomici, cambia volto e presenta componimenti più lunghi ed articolati anche dal punto di vista strettamente grafico. In comune con la prima sezione resta l’assenza di titoli per ogni brano, anche se i componimenti in questa seconda sezione sono numerati in maniera progressiva.
Cambiano le tematiche: qui Nunzio Di Sarno appare meno introspettivo, meno ripiegato sul proprio io interiore e più aperto ed attento al mondo circostante con tutte le sue contraddizioni. Un io-parlante, oserei dire denunciante che, attraverso l’attenta osservazione, racconta, dice, denuncia con forza le infinite contraddizioni dell’uomo moderno che smarrisce se stesso inseguendo falsi miti.
assoldati
gli operai dei sogni
non si chiedono perchéescono dal nulla le formiche
il bianco
chimico
dolce accontentarsi
è prodotto in laboratorio.
In cammino è il titolo che Nunzio Di Sarno ha scelto per la terza sezione: una sezione che ritorna ad essere il frutto di meditazione sul proprio io interiore. Probabilmente il fatto di esercitare la professione di psicologo influenza non poco la sua poetica che in Wu che come già accaduto in Mu, è intrisa di non pochi elementi psico-introspettivi.
Ho già definito la poetica di Nunzio di Sarno ‘psicologica’ nel recensire Mu: in Wu mi consento di ribadire il concetto. Ci sono moltissimi elementi che richiamano ad un’attentissima osservazione introspettiva:
ritornare al cuore del primo vagito,
ecco l’insegnamento agito
ma i veli intralciano la visione
bloccando la penetrazione…[…]
C’è in tutti i versi di Nunzio di Sarno una ricerca interiore che tende all’essenza primordiale, un indagare attento che non dimentica i limiti umani. Caratteristiche queste che identificano chiaramente l’autore, tanto che c’è un chiaro filo conduttore comune in entrambe le sue due pubblicazioni poetiche.
Nella quarta sezione di Wu, Cornici, Nunzio di Sarno ritorna a componimenti brevi, incisivi che richiamano agli haiku e come gli haiku racchiudono profondi concetti in pochi versi:
Seduti a contare
Vitree vertebre
Ingoiamo
Verderame
Fertilizzando
Angosce.
Confini, la quinta ed ultima sezione della raccolta, assomiglia per struttura di versi e per tematiche alla seconda sezione presente in Wu. Nunzio Di Sarno diventa qui osservatore del mondo con le sue problematiche: la storia umana, la sua evoluzione con tutto quello che comporta in termini di dolore, fatica, morte ed ingiustizie si concentra nei tre lunghi componimenti che costituiscono la sezione stessa.
Una lettura indubbiamente non facile e complessa quella di Wu di Nunzio Di Sarno. Nello stesso tempo però l’autore sa coinvolgere il lettore per le tematiche trattate come per la sperimentazione fra poesia, psicologia, filosofia orientale e cruda attualità. Il tutto in una veste grafica inusuale che non rispetta le norme canoniche nè la punteggiatura: in poesia è normale sperimentare in libertà perchè la poesia è libertà. Una lettura che consiglio a chi dell’arte poetica possiede una visuale di ampio respiro.
Nunzio Di Sarno
Nunzio Di Sarno è nato a Napoli, si è laureato in lingue e letterature straniere con una tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese. Da alcuni anni risiede ed insegna a Firenze. Nel 2021 si è laureato in psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson.