Chat e poi like, cuoricini, baci, rapporti virtuali…
Quante volte al giorno, caro iCrewer, usi le emoticon sui tuoi messaggi? e chi li riceve capirà sempre bene quello che vuoi trasmettere? Quante chat occupano la tua giornata?
Quante volte diciamo tra noi guarda quello sempre col cellulare in mano, e non ci rendiamo nemmeno conto che facciamo esattamente la stessa cosa. Passiamo ore a fissare quello schermo, ad aspettare una risposta o a sperare in un messaggio che non arriva mai.
Siamo così concentrati su di noi da non accorgerci nemmeno che il mondo intorno sta andando avanti e velocemente, ma niente, il nostro sguardo è inchiodato a quell’oggetto che fino a trenta anni fa nemmeno sapevamo esistesse; la cosa particolare è che tutti siamo nelle stesse condizioni anche chi non avremmo mai pensato.
Caro iCrewer avresti mai immaginato che uno dei tuoi genitori venisse da te a chiedere come fare un video o come si installa un’applicazione? Eppure succede e succede a tutti.
Poi si passa alla seconda fase dove la signora è a fare la spesa e non riesce a far smettere il cellulare di suonare, ma questa è un’altra storia.
E i piccoli? Quando non si è più piccoli per poter avere il proprio cellulare? Ma la domanda che gli adulti si fanno è un’altra: Cosa ci faranno mai col cellulare tutto il giorno? Stanno sulle chat!!!!! Cosa saranno mai queste chat i nonni non lo capiscono o non lo vogliono capire semplicemente perchè vorrebbero starci anche loro. I ragazzini instaurano i loro primi rapporti virtuali o amplificano quelli reali proprio tramite le chat, non si incontrano nella piazza del paese come facevamo noi ma su whatsapp, instagram o telegram.
Cristiana Saitta frequenta la 3ªC della scuola media Matteotti di Milano. Adora cucinare torte e ha un sogno: entrare alla Scuola di Ballo della Scala. È dolce, buona, bella. Ruggero Rettagono frequenta la 3ªB della stessa scuola. È magrolino, ha un gran senso dell’umorismo, è il più basso della classe e colleziona i voti più alti. Per la Divina Faina e il suo gruppetto di Adulatrici Cospiratrici dai lunghi capelli e i vestiti firmati, Cristiana ha la terribile colpa di piacere al ragazzo più bello della scuola. E per questo va punita. Da allora diventa “Saittastaizitta”, quella con più pancia che seno. Per i bulli della 3ªB Ruggero è troppo intelligente e piace troppo ai professori: così l’arrogante GTA e la gang dei Fulminati Spettinati lo trasformano in “Ruggero Gattonero”, il portasfiga della Matteotti. Per Cri e Rug la scuola si trasforma in un inferno e ogni notifica sul telefonino in un incubo. Basta un attimo per rovinare la vita di qualcuno. E ci vuole tutta la forza del mondo per riuscire a reagire.
Chat e rapporti virtuali
Poi ci siamo noi, varie fasce d’età che sono cresciute e stanno crescendo con il cellulare in mano. Dagli adolescenti che lo conoscono meglio di qualsiasi altro oggetto ai sessantenni che si sono dovuti adattare e alzare la maniche per capire ed utilizzare nel migliore dei modi. E di tutto succede a chi per lavoro o per svago si trova in rete e magari è poco avvezzo: incontri strampalati, errori di persona, chat imbarazzanti, like ed emoticon sbagliate perchè si voleva dire una cosa ed invece è stata interpretata nel modo scorretto. Insomma c’è da divertirsi. Ma siamo anche noi dipendenti da chat e cellulare?
Maurizio Fea in Spegni quel cellulare. Le tecnologie tra cattive abitudini e dipendenze cerca di mostrarci le nostre cattive abitudini.
Chi non riesce a fare a meno del cellulare è malato? La diffusione di smartphone e tecnologie computazionali mette in discussione il concetto di dipendenza, nella sua espressione scientifica e nella sua accezione comune.
[…] I dispositivi tecnologici, che influenzano i comportamenti di miliardi di persone, stanno cambiando i processi della conoscenza, i modi di relazionarci e di stare al mondo, con incognite sul futuro della natura umana. Non si può fermare questa evoluzione epocale, ma si possono ridurre le derive più inquietanti, con un uso consapevole e controllato di queste opportunità tecnologiche. Il volume suggerisce anche i modi concreti per farlo e tornare ad essere, almeno in parte, padroni di questi strumenti.
E poi ci sono i rapporti virtuali, ebbene sì esistono e non possiamo far finta di nulla. Ma come è possibile stabilire un rapporto virtuale con una persona che non si è mai vista? Cerchiamo di fare chiarezza e capire qualcosa di più.
Se il rapporto è di tipo lavorativo presumo che non ci sia alcun problema, basta essere professionali e corretti: d’altronde se lavori per una multinazionale non è che parli tutti i giorni con proprietari e dirigenti quindi, più o meno, è la stessa cosa.
Se il rapporto è personale? Qui il discorso è differente. Quanto siamo disposti a rivelare ad un estraneo? Quando un contatto di una chat diventa un conoscente? E quando diventa qualcosa di più? Non sono domande a cui si può dare delle risposte certe e soprattutto dipendono in modo imprescindibile dalle persone che si stanno conoscendo.
Ma un rapporto virtuale può diventare reale? E quando capisci che è arrivato il momento per far fare un salto a questa conoscenza? Ognuno deve trovare la sua risposta.